Il Capitello a ricordo dei nostri "Veci"

L’idea di creare un angolo un po’ appartato, un po’ mistico, per ricordare quelli che non ci sono più, è nata nella testa di Luigi Borsato, farmacista di Strigno, già qualche anno fa da quando, durante un suo viaggio in Romania, scovò, chissà come, un vecchio artistico crocefisso.

Domenica 4 settembre 2011 in Primalunetta, in occasione della tradizionale festa del Coro S. Apollonia, è stato inaugurato, con la benedizione impartita da Don Armando, il “Capitelo a ricordo dei Nostri Veci”.L’idea di creare un angolo un po’ appartato, un po’ mistico, per ricordare quelli che non ci sono più, è nata nella testa di Luigi Borsato, farmacista di Strigno, già qualche anno fa da quando, durante un suo viaggio in Romania, scovò, chissà come, un vecchio artistico crocefisso.Prima la recinzione, poi la fontana di legno (albio) che raccoglie l’acqua della “Val del Vesco” e finalmente il massiccio tronco di larice che protegge la grande croce dalle intemperie.La “bora” era stata scartata in segheria, perché da un controllo con il “metal-detector” risultava contenere una massa metallica (probabilmente una scheggi adi bomba della Prima Guerra Mondiale).Acquistata a prezzo stracciato, Bruno Purin ha rischiato la motosega ma gli è andata bene: la presunta scheggia è ancora custodita all’interno del tronco protetta dal legno, dai pini sovrastanti e dalle grandi braccia del Cristo Crocefisso che tutti chiama a raccolta.La panchina – dono di Gregorio Paterno – posta in sostituzione di un’altra un po’ più rudimentale, ma tanto cara a Bano Banela, consentirà a chi passa di rifiatare e nello stesso tempo di dedicare un pensiero a coloro che tra queste montagne hanno lavorato e sofferto (strusià) per strappare a questa terra, così povera e così arida, un po’ d’erba per gli animali, un po’ di legna per scaldare le case, per migliorare le precarie condizioni di vita delle loro famiglie di tanti anni fa.I nostri veci … Vorrei ricordare qualche nome: i Bepate, i Lugarini, i Fulgi, i Banele, Arturo e Arminio de Modesto, Zeleste e Ele de Bepo, Cesare e Livio de Ico, Toni e Dolfo del Bianco, Angelo e Mano de Pipo, Giuseppe de Loli, Nane Ciopa, Gino de Cianci … e ancora l’ingegner Mario e la siora Maria, don Gioacchino Ferrari e tanti altri …“I nostri Veci” che hanno scritto la pur umile storia del nostro paese e che ora riposano nel cimitero di Spera, avranno qualcuno in più che dedica loro un ricordo, una preghiera …Quest’opera realizzata e posta in opera da un gruppetto di “nuovi” pensionati si trova quasi al temine dell’antico “Trodo dei Salti”, che in circa tre ore di cammino portava da Spera a malga Primalunetta ed è stata donata al Comune di Spera, anzi, alla Comunità di Spera.
Sullo schienale della panca si trovano incise queste parole:Sul trodo dei salti in Primalunaghe ‘n gran crocefisso su na boracoi brazi verti che ‘l ne ciama a una.E na lagrima a mi me scapa foraogni volta che paso: a pensarai nostri veci, che su par ste montagnei e’ vegnesti a viver e strusiarpar combater la fame e le magagne.
Decimo Purin

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Mercoledì, 11 Febbraio 2015