Perché l'idea della fusione?
Servizi di qualità, visione unitaria, peso politico, minori costi, incentivi, alternative non adeguate: i perché della fusione
SERVIZI DI QUALITA'
I dipendenti dei comuni, soprattutto in quelli più piccoli, lavorano da soli e affrontano ogni giorno norme e problemi sempre più complessi. Un’organizzazione adeguata consente maggiore specializzazione e risposte tempestive ai bisogni dei cittadini. La rete informatica e uno sportello per cittadini e imprese in ogni municipio sono le basi per rispondere a tutte le esigenze. Un comune bene organizzato alza la qualità dei servizi, la trasparenza e l’imparzialità dei provvedimenti.
VISIONE UNITARIA
Superare rivalità e campanilismi permette di coltivare una visione d’insieme delle risorse, delle potenzialità, delle strategie di sviluppo, degli investimenti. Strumenti di programmazione unitari consentono di intervenire sui bisogni reali dei cittadini evitando duplicazioni e spese di gestione inutili.
PESO POLITICO
La capacità di rappresentare il territorio e di interloquire alla pari con Provincia e Comunità passa inevitabilmente dalle dimensioni del Comune, anche considerando che la nuova Comunità sarà rappresentata in base alla consistenza demografica dei comuni e deciderà la programmazione e il finanziamento delle opere pubbliche.
COSTI
Minori costi per gli amministratori (circa 25.000 Euro/anno) e per il personale, dovuti anche ai blocchi imposti dalla Provincia, ma senza la necessità di ridurre i servizi (da una prima stima di massima oltre 100.000 Euro/anno sul personale). Ulteriori risparmi “di scala” nel settore dell’informatica, nelle consulenze esterne, nelle forniture dei materiali di consumo, nella manutenzione degli edifici e degli impianti e nella razionalizzazione delle modalità di gestione dei servizi pubblici.
INCENTIVI
La Regione e la Provincia riconoscono forti incentivi ai comuni che si fondono nel corso del 2015, incentivi non confermati per le fusioni successive. Da parte regionale viene confermato il contributo ventennale di parte corrente e per investimenti (pari all’importo massimo di circa 4,7 milioni di Euro); da parte provinciale è garantito il blocco dei tagli al fondo perequativo per i prossimi tre anni, a differenza degli altri comuni.
ALTERNATIVE NON ADEGUATE
L’alternativa alla fusione sono le gestioni associate obbligatorie su un tetto demografico complessivamente superiore ai 5.000 abitanti e per tutti i servizi comunali. Si tratta di una soluzione “ponte” verso la fusione, di difficile organizzazione e dagli esiti qualitativi ed economici incerti. Nel nostro caso, per raggiungere i 5.000 abitanti sarebbe necessario attivarle con Bieno, Samone, Ivano Fracena e il Tesino, oppure con Bieno, Samone, Ivano Fracena e Scurelle.