Chiesa di S. Apollonia

Nella zona est di Spera, in località Paterni, il primo nucleo abitato del paese, sorge la chiesa di santa Apollonia, in origine detta di Santa Croce, la più antica del paese.

Precedentemente cappellania, la chiesa fu elevata a curazia della pieve di Strigno nel 1660. Ricordata negli atti visitali del 1531, risale almeno al XIV secolo. E’ inclusa entro la bassa cortina muraria che circonda e delimita tutto il cimitero dalle semplici sepolture terragne, recentemente ampliato e risistemato. Ampliata nel 1603-1606 e restaurata nel 1767, ha un esterno assolutamente semplice, con una struttura a pianta rettangolare sulla quale si innesta il presbiterio. La facciata presenta al centro una porta di accesso protetta da un tettuccio di scandole sporgente e ai lati due finestrelle rettangolari simmetriche, più in alto una finestra ad oculo e un’altra apertura circolare che arieggia il sottotetto. Il tetto è a due spioventi. Sul colmo una leggera struttura per custodire la campana in bronzo ( in sol #, di 56 kg, consacrata il 19 novembre 1922). Il grezzo intonaco lascia intravedere il muro di materiali vari.Superata la soglia si scendono alcuni gradini. L’interno è costituito da un’unica aula, lastricata in pietra, coperta da un soffitto piano, illuminata da una finestra rettangolare ma ben più stretto, corto e basso dell’aula, e coperto da una volta a crociera, ha una finestra ad oculo sulla parete di fondo; è unito all’aula attraverso un arco santo voltato a tutto sesto. Sul fianco settentrionale si trova la piccola sacrestia. Sulla parete meridionale e sulla controfacciata si conserva un significativo ciclo di affreschi di un pittore provinciale del Trecento, “opera di un artista che vive ancora, forse già nel Quattrocento, dei resti dell’eredità trecentesca veneta”. Sono affiancabili a quelli delle chiese di san Valentino a Scurelle e di sant’Ippolilto a Castel Tesino. Rimessi in luce e ripuliti nel 1966, sono ben leggibili in specifico Cristo nel sepolcro “Passo”, santa Caterina da Alessandria, la Madonna in trono col Bambino, un santo vescovo, san Giobbe, un’altra Madonna col Bambino, questa volta benedicente.E’ dotata di tre esclusivi altari lignei. Il maggiore, entro il presbiterio, è un pregevole esempio di altare tardo rinascimentale realizzato entro la metà del XVII secolo. Al centro dell’ancona, a sottolineare la funzione cimiteriale della chiesa e la sua antica intitolazione, il gruppo plastico del Cristo crocifisso fra due angeli, mentre le figure ai lati in rilievo rappresentano la Vergine Addolorata e San Giovanni. Più all’esterno san Pietro (a sinistra) e san Zenone (a destra), in omaggio alla chiesa pievana di Strigno anticamente intitolata appunto a san Zenone. Sulla sommità si notano due angeli adagiati in timpani curvilinei spezzati. Raffinato l’intaglio e notevole l’antipendio con cariatidi. I due altari minori sono collocati ai lati dell’arco santo. Quello sinistro, realizzato verso la metà del Seicento, presenta una decorazione policroma a tralci di vite sulle due colonne e a volute e grappoli di frutta all’esterno di queste. Notevole per la cesellatura dell’intaglio l’antipendio. La pala raffigura la Madonna col Bambino e santi: su un cielo dorato la Vergine e il Figlio incoronati, in basso i santi Apollonia e Giobbe oltre al committente, don Simone Paterno, colto di profilo in atteggiamento orante e la data di esecuzione: 1651. Accanto all’altare un’epigrafe ricorda la generosità di questo benefattore, che fu il primo curato di Spera.L’altare laterale destro è stato recentemente attribuito da Raffaella Colbacchini, dell’Ufficio Beni Storico-Artistici della Provincia autonoma di Trento, ai fratelli Melchiore e Giovanni Zugna, intagliatori originari della Val Badia attivi anche a Strigno fra il 1650 e il 1679. La solo apparente semplicità strutturale è fortemente contraddetta da una più attenta analisi degli elementi che lo compongono: l’arco spezzato, la predella, le mensole, le colonne, i capitelli, i plinti, tutti fortemente aggettanti o rientranti, fittamente intagliati, dorati e dipinti in vivace policromia. Il lavoro di intaglio a motivi floreali, animali e teste d’angelo, pare particolarmente esemplare e assai accurato. La pala, come attesta il cartiglio in basso al centro, è stata dipinta nel 1679 dal noto pittore barocco di Borgo Valsugana Lorenzo Fiorentini junior (1638-1696). Raffigura in alto, fra un tripudio di angeli, la Madonna col Bambino e santi: ai lati Rocco e Antonio da Padova e in basso Giovanni Evangelista fra Vittore e Corona. Questi ultimi due, ben riconoscibili per l’essere lui in armatura e reggente una bandiera con l’immagine di un castello e la sua compagna con in mano una corona, sono i protettori di Feltre venerati nel loro santuario che sorge fuori da quella città. La tela “manifesta, assieme ad una disinvolta esecuzione, certe durezze metalliche”che Lorenzo avrebbe “ereditate dal padre”.Anche quando, conseguentemente alla costruzione della nuova chiesa in centro paese, questa di santa Apollonia divenne una semplice cappella cimiteriale, mantenne intatto il favore degli abitanti. Negli atti visitali del 1864 appariva ormai di dimensioni troppo ridotte rispetto all’aumentata popolazione , tanto che si consigliava, se non fosse stato possibile né convincere la gente a frequentare la curaziale né ingrandire quella chiesa cimiteriale, almeno di realizzare sopra il suo ingresso principale “una spaziosa e ben regolata Cantoria per la quale non occorre grande dispendio “. Tale cantoria venne effettivamente realizzata nel 1926.E’ stato eseguito negli scorsi anni un articolato intervento di restauro che ha interessato sia il complesso architettonico che gli affreschi e gli altari valorizzandoli come meritano.

Tipologia di luogo
Chiesa
Collocazione geografica

Come arrivare

Mercoledì, 11 Febbraio 2015 - Ultima modifica: Mercoledì, 24 Febbraio 2016